la nebbia della realtà
Ci sono due donne che si guardano negli occhi l'un l'altra con coraggio e nella prova del tempo, con uno sguardo eterno e totalizzante, che esce dalla nebbia della realtà nei millenni lontani del passato.
Erich Maria Remarque, "Tre camerati"Sono nata in un paese in cui l'unica scultura presente su ogni piazza delle città rappresentava Lenin. Ho sentito la fame culturale, il bisogno di vedere la bellezza e di far parte del mondo della bellezza. Lo studio all'Accademia di Belle Arti di Brera mi ha permesso di "toccare" e descrivere questo mondo attraverso la fotografia.
L’immagine con Venere e me stessa è una sorta di omaggio alla bellezza della città di Milano con la sua grande storia e cultura, dove la bellezza è celebrata da secoli (non per niente, Venere è la dea della bellezza), quella città che mi ha "adottata", i cui contorni sono reali, palpabili.
Il mio volto di fronte a Venere è sfuocato, perché la fotografia realizzata con la tecnica della calotipia non tollera nemmeno il minimo movimento involontario degli occhi e della testa, e di conseguenza rende un'immagine sfuocata.
Essere di fronte alla Venere Medicea (un gesso del XIX secolo, situato nella gipsoteca dell'Accademia di Brera) - significa essere vicino al mondo della bellezza. Lei, la dea Venere, lo è sempre stata, e al contempo non lo è mai stata: sappiamo tutto di lei e allo stesso tempo non sappiamo nulla. Ma nel mondo delle rovine romane, degli affreschi gotici e delle chiese rinascimentali, dei palazzi barocchi e via elencando, la dea Venere è più reale di me. Lei è stata e sarà. Di fronte all'eterna dea della bellezza Venere io sono semplicemente una persona che ha un’alfa e un omega, solo un'immagine sfuocata su carta salata ricoperta di nitrato d'argento.